Posted on 15 May 2018

Critica di Paolo Levi - Radici dell'essere e Vie di Luce - Maggio 2018

I lavori di Alessandra Turolli sono opere informali, caratterizzate da una dichiarata tendenza al monocromatismo, declinato in eleganti sfumature. Lavorando con la tecnica mista, l'artista assembla i materiali esaltandone la plasticità, usando pochi toni rubati al mondo naturale e accostati nell'evocazione della loro forza primigenia; prendono così corpo composizioni di intenso spessore magmatico, ben calibrato nell'ambito della struttura compositiva. I pigmenti si fanno materia colmando la superficie del quadro, talvolta arricchita da inserti di altri materiali.

L'artista elabora un personalissimo linguaggio pittorico tramite una tecnica mista, che richiama la lezione di Burri, a cui affianca saltuariamente innesti di figurazione che donano valenza onirica al racconto. Il risultato finale è un susseguirsi di luci e ombre, da cui emergono bagliori improvvisi ma sempre inseriti in un impianto strutturale equilibrato.

Emozioni e ricordi si stemperano nell'evanescenza dei contorni, gli spessori si fanno vocaboli di un nuovo linguaggio, una sussurrata narrazione che si abbandona sulla tela, lasciando fluire le vibrazioni più intime del sentire. In una serie di guizzi e contrappunti tonali, ella rievoca graficamente le registrazioni di un suono, dove il segno si rafforza e si dilata al centro del supporto.

L'artista gestisce sapientemente l'alternarsi dei diversi elementi che compongono la dialettica del suo comporre. La scelta dei pigmenti è meditata scelta espressiva, passando dall'accostamento di contrasti cromatici decisi, al gioco sottile delle sfumature.

Si tratta qui di un percorso graduale, fatto di frammenti accostati a formare una tessitura compositiva, che è frutto di una crescita, di un ampliamento della capacità di sentire e condividere il proprio respiro in intima sintonia con gli elementi naturali.

Il tratto dell'artista sembra seguire una melodia e tradurla in pittura creando complessi equilibri ottici, che catturano lo sguardo di chi osserva in strutture concentriche. Il segno è deciso e nitido; riempie la superficie facendosi veicolo del sentimento che anima e guida la mano della pittrice.

Prof. Paolo Levi